01 novembre 2010

LA SCOPERTA

Articolo pubblicato su Il Resto del Carlino del19/10/2010: "Da una zucca esce il dna di Luigi XVI"
Antropologi molecolari e genetisti forensi della nostra università hanno recuperato il DNA dal sangue attribuito a Luigi XVI, il re di Francia ghigliottinato dai rivoluzionari il 21 gennaio 1793, i cui resti ematici sono stati rintracciati all'interno di una preziosa zucca pirografata. E alcuni marcatori genetici tratti dal dna mitocondriale e dal cromosoma Y, concordano con tratti che, secondo i dipinti dell'epoca, contraddistinguevano il sovrano, vedi gli occhi azzurri.
Secondo le cronache del tempo furono molti i cittadini che salirono al patibolo per immergere i loro fazzoletti nel sanque del monarca e avere un ricordo dell'esecuzione. Il team composto da Davide Petterner, Donata Luiselli, Susi Pelotti e Carla Bini in collaborazione con il gruppo guidato da Carles Lalueza-Fox ricercatore del Consejo Superiori de Investigaciones (CSIC) di Barcellona, ha analizzato i residui lasciati da uno di questi fazzoletti e i risultati ottenuti dall'analisi genetica condotta indipendentement nei due laboratori, lasciano supporre che il DNA estratto possa appartenere al re di Francia.
Nonostante non sia rimasta traccia del fazzoletto, gli scienziati sono riusciti ad analizzare i residui di una sostanza marrone rimasta depositata all'interno di una zucca posseduta da una famiglia romagnola dalla fine dell'800 e di grande valore antiquariale. Essa dimostra infatti le immagini di vari attori della rivoluzione francese, come Georges Danton, Maximilien Robespierre, Jean-Paul Marrat, la regina Maria Antonietta e Luigi XVI stesso.
Interessante, insieme alle immagini, il testo scritto in cui si racconta la storia di uno dei testimoni dell'esecuzione. Grazie a esso si sa che Maximilien Bourdaloue immerse il suo fazzoletto nel sangue, lo mise nella zucca e ordinò a un artista parigino, Jean Roux la decorazione che si concluse il 18 settembre 1793, spiegano i ricercatori del team bolognese, che lavorano nei laboratori di Antropologia molecolare e Genetica forense. L'intenzione di Bourdaloue era di vendere la zucca per 500 franchi a L'Aquila, un soprannome forse riferito al giovane Napoleone.

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