27 novembre 2008

PIETRO DA BOLOGNA, UN GIALLO FORSE RISOLTO

ARTICOLO PUBBLICATO SU IL RESTO DEL CARLINO DEL 27.11.2008

Erano studenti insieme, nelle aule dell'Alma Mater. Rinaldo da Concorezzo, futuro arcivescovo di Ravenna, Dante Alighieri, Bertrand de Got, che sarebbe salito al soglio di Pietr con il nome di Clemente V e Pietro da Bologna, frate cappellano, esperto di diritto, cavaliere templare.
Il periodo cruciale, è l'inizio del Trecento quanto l'Italia e l'Europa si infiammano dei roghi dei cavalieri che avevano difeso il Santo Sepolcro, accusati di eresia ed espropriati di tutti i beni, secondo il volere del papa, appunto Clemente V, e sopratutto del re di Francia Filippo il Bello.
Il filo conduttore di una storia straordinaria e oscura è proprio Pietro da Bologna, uno dei quatro procuratori che i 560 cavalieri nominano come difensore dell'Ordine al processo di Parigi nel 1310. E che sparisce nel nulla la notte tra il 17 e il 18 maggio di quell'anno.

Io credo che Pietro si sia salvato, racconta Giampiero Bagni, 36 anni, archeologo e ricercatore storico, e che sia tornato a Bologna dove si svolgevano i processi locali ai Templari sotto la protezione, discreta ed efficace, dell'arcivescovo di Ravenna che culminarono con l'assoluzione dei Templari bolognesi.
Fra cui vi era un certo Pietro da Monte Acuto. Le tracce sono sottili, ma solide. E Giampiero Bagni le ha seguite con tenacia per tre anni, dando vita ad un libretto, preciso dettagliato e piacevole, dal titolo Pietro da Bologna, il difensore dei Templari. Edito da Bononia University Press che segue Pietro fra gli archivi di Ravenna e Bologna, gli atti dei processi con gli elenchi dei cavalieri, i passaggi dei beni sequestrati.

La conclusione è inedita. Io credo, dice Bagni, che Pietro da Bologna, sparito miseriosamente dalle carceri di Parigi nel maggio 1310 sia lo stesso Pietro da Monte Acuto presente nel Concilio provinciale dell'anno dopo, che compare come precettore dei Templari per Bologna e Modena e che sia lo stesso citato in un documento del 1616 dall'Alidosi come Pietro Roda, che diventa Cavaliere di Malta, muore nel 13429 e viene sepolto nel cimitero di Strada Maggiore.

Articolo firmato da Martina Spaggiari