01 ottobre 2009

LA MIA CITTA'....

"Il mistero della "pietra luminosa" di Paderno

All'alba del XVII secolo, sui calanchi di Paderno si accende all'improvviso l'interesse della comunità scientifica internazionale. Merito di un calzolaio bolognese, tal Vincenzo Casciarolo, "che si dilettava di travagliare nelle cose chimiche". Un alchimista dilettante. Nel 1602, inerpicatosi a Paderno "per divertirsi da qualche sua naturale malinconia", e in cerca di sassi per fare vernici, scopre una pietra "magica" che ha la proprietà di "accumulare luce". Dopo essere stata esposta al sole, una volta al buio riluce per un pò di bagliori rossastri. Oggi sappiamo che la "pietra fosforica bolognese" è costituita da barite (solfato di bario). Ma uno dei nomi con cui la baritina viene allora battezzata "pietra luciferina" dà un alone di mistero da cui è subito circondata. La natura "magica" della sua luminescenza innesca un importante dibattito scientifico. Nella disputa interviene anche Galileo Galilei. E la pietra di Boulogne diventa protagonista di trattati di chimica e finisce al centro di dotte dissertazioni all'Accademia della Scienze di Parigi. Presto, lavorata in piccole pasticche, è souvenir ricercato in tutta Europa. Nel 1786 anche lo scrittore tedesco Goethe sale a Paderno a cercare la pietra. E se ne torna in Gernamia soddisfatto, con "una buona dozzina di libbre nelle valigie".

(Il Resto del Carlino - 1 ottobre 2010)

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